Il famoso latitante Giovanni Battista Salis noto Corbeddu, quando venne ucciso nel 1898 in un conflitto a fuoco dai carabinieri, aveva con sé uno strano coltello.

Sulla lama di questo era incisa la scritta “Viva il Re di Sardegna”. Il motivo di quell’incisione è legato ad un episodio avvenuto durante la latitanza del bandito olianese. Nel 1887 Corbeddu realizzò una delle gesta più eclatanti dell’epoca. Insieme a dei complici, assaltò, nel Nuorese, la diligenza con a bordo il comandante della divisione dei carabinieri reali di Sassari Michele Angelo Giorgio Spada.

Non ci fu spargimento di sangue ma vennero rapinati tutti coloro che viaggiavano a bordo del mezzo. Si racconta che il motivo dell’assalto non fosse stato per impossessarsi dei beni delle vittime. La causa sarebbe stato un gesto di sfida contro il maggiore dei carabinieri. Spada in precedenza si sarebbe vantato di aver estirpato il banditismo dal nuorese, avendo fatto costituire con l’inganno alcuni latitanti.

Le famiglie di questi, che si erano consegnati alla legge in cambio di falsi sconti di pena, si rivolsero a Corbeddu per vendicare quanto accaduto, vista la fama e il prestigio del bandito. L’olianese così organizzò l’assalto prendendo la sciabola e la cintura del maggiore, dimostrandogli quanto si sbagliava del fatto di aver debellato il banditismo.

Corbeddu della sciabola incisa andava molto fiero e ne ricavò un coltello che portava sempre nella cintura.

Oggi l’arma da taglio è conservata a Roma nel Museo storico dei Carabinieri.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda