Vedere oggi bimbi di pochi anni con in mano uno Smartphone, isolati e in un mondo totalmente virtuale, mette quasi tristezza. Specie se pensiamo che, a quell’età, gli adulti di oggi si divertivano con parecchio di meno. Bastava un gessetto e un sasso piatto: e sotto con i pomeriggi di puro divertimento fra amici, nelle vie dei rioni storici.

È il gioco della “campana”, a Cagliari noto come “pincaro” o “pincareddu”, letteralmente “piede zoppo”. I bimbi degli anni ’70, come si vede in questa foto, si divertivano così. Gessetto per disegnare lo schema sul terreno, costituito generalmente da una decina di caselle rettangolari. Queste sono numerate progressivamente e si susseguono regolarmente in fila indiana, salvo un paio di blocchi composti da due caselle affiancate.

Il giocatore lancia nella prima casella il proprio sassolino. Il sassolino deve atterrare all’interno della casella senza toccare nessuna linea o uscirne fuori. Il giocatore quindi saltella su un solo piede di casella in casella lungo tutto il percorso, ma senza mai entrare nel riquadro in cui è presente il suo sassolino.

Poi, dall’ultima casella del tracciato, ovvero la base, anch’essa di forma rettangolare oppure a semicerchio, il giocatore deve girarsi per completare il percorso rifacendolo a ritroso.

Il secondo giocatore lancia la sua pietra nella casella numero due e così via. Vince chi per primo visita con il proprio contrassegno tutte le caselle, completando ogni volta il percorso.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis