La leggenda, indica come luogo del “gran rifiuto” di Maria Cadelana, “la piazza” nella località campestre di Santa Lucia (Seui) durante i balli in onore della martire siracusana, dove ancora oggi è edificata l’omonima Chiesa.
Tale vicenda, tramandata oralmente nei paesi di Seui e Ussassai, narra di una faida scaturita dal rifiuto di Maria Cadelana di ballare con diversi giovani, che accettando l’invito di un giovane del villaggio di Parti, avrebbe portato alla distruzione di interi villaggi. Una versione della leggenda afferma che i villaggi interessati fossero Parti e Trobigitei, il primo nell’agro di Seui, il secondo in quello di Ussassai, secondo la tradizione sorgeva nella zona dove è situata la Chiesa di San Salvatore. Invece un’altra variante parla di un numero maggiore, tra i quali San Pietro e San Cristoforo (entrambi, attuale territorio Seui).
Questa giovane donna, dotata di una straordinaria bellezza, capace di ammaliare tutti gli uomini, tanto da oscurarne la mente per la gelosia, ancora oggi viene ricordata come nefasta con un’antica poesia, arrivata fino a oggi, quasi ad esorcizzarla:
“Maria Cadelana,
mai in su mundu nomenada,
Parti e Trobigitei,
mai nomenada po’ mei.”
Da ricerche storiche la leggenda in questione, quindi Maria Cadelana, non sarebbe altro che la spiegazione, attraverso il mito, della Peste che sterminò la popolazione di questi villaggi.
Il luogo dove le narrazioni orali hanno attribuito sia avvenuto il “casus belli”, oggi rimane solo la Chiesa del XV-XVI secolo, molto probabilmente eretta su un tempio antico precedente, testimonianza di un villaggio che raccoglieva attorno a se, nei secoli passati, seuesi e tante genti dei paesi del circondario, durante la festa dedicata alla Santa protettrice della vista. Edificio che avrebbe bisogno di interventi di restauro, che però problematiche relative a vincoli di tutela della Soprintendenza, non hanno consentito.
Ancora oggi la prima domenica di luglio, viene festeggiata S. Lucia, con il pellegrinaggio dei fedeli con il simulacro della Santa che viene portato in spalla da Seui alla località campestre il Sabato, per poi festeggiare la Domenica in loco, e fare ritorno in paese la sera.
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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda