Si diceva che la porta dell’Inferno si trovasse presso Gairo, a Perda Liana.  Per diventare ricchi, bastava andare lì di notte e invocare i diavoli. Questi, in cambio dell’anima, avrebbero dato agli uomini qualunque cosa. Quando qualcuno diventava ricco in poco tempo e il suo benessere non aveva una spiegazione logica, la gente era convinta che si fosse recato a Perda Liana a vendere la propria anima al demonio e affermava con tono sicuro: “A sa Perda Liana, su hi heres ti dana!” ( A Perda Liana ti danno ciò che vuoi).

Una volta decise di andarci un giovane che pur di diventare ricco, era disposto a vendere al diavolo la propria anima. Dopo giorni di cammino, giunse finalmente a Perda Liana. Era il tramonto e quel tacco calcareo emanava suggestivi colori che nel silenzio della contrada avevano qualcosa di sinistro.

Il giovane si sedette e attese. A mezzanotte ecco apparire una frotta di diavoli, che cominciarono a danzare in cima al Toneri. L’uomo si rivolse ad uno della congrega e disse che voleva parlare con il capo. Gli fu indicato un diavolo più grosso degli altri, che tirava per la cavezza un somaro e lo faceva girare intorno come se muovesse una macina. L’asino aveva in groppa una bisaccia carica di monete d’oro, che mandavano un gradevole tintinnio. Pesavano tanto che la povera bestia quasi zoppicava.

Al suono delle monete l’uomo si rallegrò e già le immaginava in suo possesso, quando vide in piena luce il viso del diavolo e si sentì venire meno. Ebbe una grande paura e pensò di fuggire ma le gambe non rispondevano alla sua volontà. Per un istante si sentì perduto, ma poi si riprese e disse a gran voce: “Joseph, Maria cum Jesus, itt’est custa camarada! Santa Giuglia avocada mi che vochet dae mesus!” ( Giuseppe, Maria e Gesù, cos’è mai questa congrega? Santa Giulia avvocata, mi porti via da qui!).

A tale invocazione i diavoli scomparvero, quasi la terra li avesse inghiottiti, lasciando scie di fuoco dappertutto. Il malcapitato se ne tornò a casa più povero di prima.

 

(Tratto da “Leggende e racconti popolari della Sardegna” di Dolores Turchi, Newton Compton Editori)

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis