Nei giorni scorsi quattro giornalisti della testata online Sardinia Post sono stati licenziati. La redazione, composta da 7 giornalisti, è stata quindi più che dimezzata.

Si tratta solo dell’ultimo episodio in ordine di tempo che mostra le difficoltà economiche e di sostentamento che l’editoria isolana online si trova a dover affrontare. Difficoltà che ricadono prima di tutto sui professionisti dell’informazione, costretti a dover ripensare improvvisamente la propria carriera e la propria vita, ma che influenzano negativamente anche le stesse aziende editoriali, costrette da una situazione congiunturale difficile e iniqua a prendere decisioni difficili e a volte dolorose.

L’Associazione della Stampa sarda ha definito in un comunicato stampa “un errore grave e inaccettabile la scelta di SardiniaPost di licenziare quattro dei sette giornalisti fino a ieri in forze alla redazione”. “Il sindacato dei giornalisti sardi -si legge ancora – non può costringere un’azienda editoriale a ignorare la crisi, né biasimarla se ragiona su un alleggerimento dei costi. Tuttavia, decapitare un paziente per aiutarlo a perdere peso non si è mai rivelata una strategia clinica brillante. La professionalità, la qualità e l’impegno della redazione di Sardiniapost, da tempo elemento importante nel mosaico del pluralismo isolano, avrebbero meritato un piano industriale nitido e un confronto serio sulle prospettive della testata, non un mix di vaghezza e improvvisazione al quale il dinamismo e il senso di responsabilità dei giornalisti non avrebbero potuto da soli dare sostanza”.

“Ma la crisi di Sardiniapost – recita la nota dell’Assostampa Sarda – non è solo un problema dei giornalisti licenziati e dei loro colleghi chiamati a resistere in una posizione emotiva e professionale molto complicata: è un sintomo delle difficoltà che investono tutto il tessuto informativo sardo e in modo particolarmente significativo quello online. L’Associazione della Stampa sarda ancora una volta chiede alla Giunta e al Consiglio regionale un confronto su una riforma delle leggi a sostegno delle testate, che su basi di equità e meritocrazia aiuti a scongiurare la desertificazione dell’informazione sarda.
Stiamo parlando di un’emergenza democratica, ne stiamo parlando da troppo tempo”.

A tal proposito è importante ricordare che l’attuale legge regionale sui contributi editoriali è una legge decisamente superata che non tiene conto della grande importanza che l’editoria online – di cui Vistanet fa orgogliosamente parte – riveste ormai da tantissimi anni nel panorama informativo sardo. Varata nel 1998 non è stata mai adeguata degnamente alla rivoluzione digitale degli ultimi 20 anni.

Il contributo alle testate online assegnato dall’Assessorato della Pubblica Istruzione come stabilito da una legge regionale varata nel 2016 e modificata l’anno seguente è infatti quantificato in soli 200 mila euro da suddividere tra tutti i quotidiani online sulla base dei costi sostenuti nell’anno precedente e comunque per non più del 60 per cento degli stessi. Fondi non sufficienti per un settore che garantisce ogni giorno ai cittadini sardi un’informazione puntuale, esaustiva, gratuita e verificata.

Alla luce di questa situazione Vistanet – così come già dichiarato da altre testate online – sostiene la necessità forte di riaprire il dibattito tra le aziende editoriali isolane, la Giunta e il Consiglio Regionale per una più equa redistribuzione delle risorse. In gioco c’è non solo la tutela dei lavoratori dell’informazione, ma anche il pluralismo dell’informazione in Sardegna.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis