Il Monte Ortobene é lo scenario nel quale si ambienta una delle leggende più misteriose di Nuoro. Si narra di un contadino di Marreri che, per alleggerire le sue fatiche, comprò un carro con due buoi. Un investimento importante, che meritava essere trattato con attenzione.

Così, l’uomo, dopo aver fatto ferrare le ruote del carro, tornò a casa.

Fu una notte difficile, l’uomo sognò tutta la notte, incubi e strani rumori erano presagio di un evento particolare e insolito. Il sole sorse e l’uomo si accinse alla sua giornata lavorativa col nuovo carro, che ben presto scoprì scomparso.

I contadini del posto si resero subito disponibili e, insieme, decisero di andare a cercare il carro rubato. Non sapendo quanto tempo sarebbero stati impegnati nelle ricerche, ognuno di loro riempi la propria bisaccia di provviste: formaggio, pane e acqua. Si pensò di percorrere la strada che dalla Chiesetta della Solitudine, porta al granitico Monte Ortobene. Al tempo le strade erano sterrate e il carro, appena ferrato, lasciò le sue orme fin dai piedi del monte. I contadini seguirono le tracce, prima per terra e poi fra la selvaggia vegetazione, giungendo nei pressi de “Sa Conca ‘e Mamudine”. La vegetazione diventò sempre più impervia, ma dei strani rumori provenivano dal sottosuolo. Il carro doveva essere nei dintorni.

Il contadino disse che il suo carro non sarebbe potuto passare in un punto così stretto, ma addentrandosi fra i cespugli si rese conto che, superato il primo ostacolo, la strada si apriva. Proseguì da solo, facendosi attendere dai suoi compagni.

Superati due gradini, il sentiero si allargò tanto da sembrare una piazza, e l’uomo, attento ai minimi dettagli e indizi, notò una gallina con i suoi luminosi pulcini, talmente splendenti da sembrare fatti d’oro.

Incredulo, si chiese come fosse possibile, ma del carro non v’era ancora traccia. Continuò a cercare e cercare, e all’improvviso si trovò di fronte a un vero e proprio tesoro, fatto di monete d’oro e oggetti preziosi. Preso dall’euforia, si dimenticò del suo carro, svuotò la bisaccia e la riempì del tesoro appena trovato, poi la indossò e iniziò a ripercorrere la strada a ritroso. Arrivato al primo gradino non riuscì più a proseguire, sentì una forza che lo tirava indietro, si guardò alle spalle e dietro di lui vide due grandi cani neri e feroci con degli occhi malvagi. Erano i mastini di un antico Re, custodi di un immenso cumulo di marenghi d’oro. I cani tirarono le due stringhe della bisaccia sfilandogliela, il contadino scappò subito dai suoi compagni, ai quali raccontò l’accaduto in totale stato di shock. Spavento dal quale non si riprese, tornato a casa ebbe una febbre altissima e in pochi giorni morì, senza mai trovare il suo carro. I contadini continuarono a cercare, scorgendo sempre e solo degli strani rumori provenienti dalla conca.

Ancora oggi, camminando nei pressi della Conca di Mamudine si può sentire il riecheggiare dei passi, e se il tesoro fosse nascosto ancora lì con i pulcini d’oro?

Ma questa è solo una leggenda.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi