Aveva vinto una dura battaglia contro la droga e la comunità S’Aspru è la sua casa da due anni, ormai. Ma la vita sa essere dura e non lascia a Gianfranco Marotta la possibilità di godersi questa rinascita fatta di amicizie, di amore, di speranza. Muore il 4 dicembre del 1985, primo dell’Isola a esalare l’ultimo respiro a causa dell’AIDS. È un tempo in cui ancora non si sa molto di questa malattia e le supposizioni sono più delle verità, ma il virus si insedia nelle categorie più ad alto rischio, mostrando chiaramente la sua letalità.

Sulla vicenda di Gianfranco, pronto alla rinascita ma morto meno di un anno dopo i primi sintomi, la sorella, Luciana Marotta, ha scritto un libro: “OLTRE LA DROGA E L’AIDS – L’ALTRA “VITA” DI GIANFRANCO”. A distanza di trentasette anni, ecco di nuovo il Gianfranco felice, vitale, innamorato della sua nuova esistenza fatta di lavoro, passione per gli animali e amicizie sincere.

«Ho sempre desiderato scrivere la storia di Gianfranco, mi sembrava giusto condividere il periodo difficile attraversato in quegli anni» racconta Luciana.

Sì, perché quando anche in Sardegna si abbatte il virus e si scopre il primo caso, dopo una valanga di esami fatti a tappeto, tanti furono i casi di sieropositivi o in AIDS conclamata scoperti.

«La chiamavano “la peste del secolo”. Non sapevamo esattamente cosa fosse, ma sapevamo che colpiva soprattutto la sfera sessuale, in particolare omosessuali e tossicodipendenti. Notizie incerte avevano creato nelle persone tanto allarmismo, diffidenza, discriminazione, la paura del contagio si leggeva negli occhi della gente, che volutamene si allontanava dalle persone a rischio e ancor di più da quelle sieropositive.»

Insomma, un calvario che rievocare mediante la scrittura è stato per Luciana sicuramente molto difficile: «Ha risvegliato tristi ricordi e le tante mancanze della nostra infanzia dolorosa» racconta, con il cuore in mano. Nel libro, anche frammenti di scritti di Gianfranco e dei suoi compagni d’avventura comunitaria. «Mettere insieme tutti i frammenti e i racconti dai ragazzi è stato emozionante ma anche doloroso. Tante storie diverse con vissuti complicati, ma con un percorso in comune: la droga.»

Leggere di Gianfranco con gli occhi della sorella è quasi come riuscire a conoscerlo di persona, come poterlo vedere, forte e determinato a crearsi un futuro splendido.

«Gianfranco era un ragazzo dal carattere allegro e comunicativo, un po’ artista, un po’ stravagante e sognatore ma, soprattutto, un ragazzo dall’animo dolce e generoso, con una profonda sensibilità che non ha saputo gestire» spiega la sorella. «Ha avuto la sfortuna di incontrare nella sua strada persone sbagliate, non è stato abbastanza forte ed è diventato schiavo della droga. Io ingenuamente pensavo che, con le mie sole forze, sarei riuscita a salvarlo da quel tunnel senza luce: ma la droga è una malattia subdola che non conoscevo abbastanza. Non perdona, annienta il tuo essere uomo, ti rende schiavo, arido e senza sentimenti. Quando Gianfranco si trovava in ospedale nonostante le cure invasive e la sofferenza in lui prevaleva forte il desidero d guarire e ritornare in comunità, voleva continuare il suo cammino dimostrando a tutti che, nella vita si può cambiare, che con la forza di volontà e gli aiuti giusti, si può vincere la battaglia contro la droga.»

Riguardo il libro, l’accoglienza del pubblico è stata buona. «Gli amici che mi hanno supportato. Ho scelto di auto-pubblicarmi perché le modalità delle case editrici non rispettavano la mia idea di dare al libro un prezzo che lo rendesse accessibile a tutti. Soprattutto in vista degli studenti a cui vorrei presentarlo. Per questo non è stato possibile servirci della grande distribuzione, ma solo del passaparola. Alcune librerie si sono gentilmente offerte di inserire il libro tra le loro vetrine e di questo ringrazio. È possibile trovarlo a Cagliari alle Librerie Cagliari Mondadori di Via Roma, alla Libreria Miele Amaro, alla Libreria Inkentro e alla Libreria Medical Information. Su richiesta, possiamo anche spedirlo! A tal proposito, potete contattarmi sui social.»

Ma non solo: Luciana Marotta, oggi, è la presidente di un’associazione che fa dell’aiuto dei più fragili la sua ragione d’essere. «Negli anni ho imparato a mettere da parte i miei bisogni, dedicandomi a persone con fragilità, e sono stata molto fortunata: emotivamente, aiutare gli altri ha colmato le mie mancanze» chiarisce. «Inizialmente, mi sono dedicata agli anziani in ospedale e, in seguito, ho creato l’associazione A.B.O.S., che da 30 anni si impegna con i bambini ospedalizzati, tutto questo ha dato un senso positivo alla mia vita, cambiando radicalmente la mia esistenza.»

Grazie al cielo, spiega, a differenza del 1985 oggi si è più consapevoli dei rischi del virus dell’AIDS. Ma non siamo salvi dal pericolo: «Nonostante i significativi progressi diagnostico-terapeutici, l’infezione da HIV rappresenta ancora un’importante sfida sanitaria e sociale. In Italia e nel mondo, ancora numerosi individui giungono alla diagnosi con l’infezione da HIV in stadio avanzato a causa di numerose barriere alla diagnosi in stadi più precoci. Quello che sappiamo con certezza è che la prevenzione e l’informazione sono le armi più sicure per evitare il contagio, per questo motivo alla fine del libro è stata inserita una relazione medica sul virus.»

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi