Situato in territorio di Aritzo, è un monumento naturale, con legge regionale del 1989, indubbiamente noto patrimonio della nostra Sardegna. Ancora oggi Su Texile, quel cucuzzolo dalla forma di un “fungo” o più comunemente una sorta di “sedile” raccoglie attorno a sé miti e leggende senza fine.

Una di queste storie vede protagonista il “cagliaritano” Sant’Efisio che avrebbe visitato questa zona di montagna, circondata dai boschi alle falde del Gennargentu. Si racconta, dunque, che il martire di Elia sia partito in sordina dal capoluogo sardo, diretto in queste terre nascoste della Sardegna, per convertire al Cristianesimo, dall’alto del cucuzzolo, le popolazioni barbaricine presenti.

Si trattava certamente di fieri montanari, poco avvezzi ai contatti con gli esterni e gelosi delle loro tradizioni. Eppure, sempre secondo la leggenda, rimasero colpiti dal coraggio di Efis, giunto in quelle terre lontane senza armi e senza scorta. Così, al termine della predica, tutti insieme, facendosi il segno della croce, si convertirono.

Ecco che allora, come premio divino, tutta la valle fu coperta di castagneti e noccioleti, il cui legno avrebbe alimentato per moltissimo tempo, sino a oggi, l’artigianato locale.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione