Non solo pappagallini, ma anche pitoni reali maestosi, gechi con occhi magnetici, tarantole più o meno enormi, rane dai colori sgargianti, lumache africane, sauri d’ogni genere e chi più ne ha ne metta: se prima gli amici a quattro zampe erano cani e gatti e il massimo della trasgressione era il coniglietto nano o le cocorite multicolor, adesso il mercato è cambiato e sempre più persone decidono di prendersi cura di animali esotici particolari, spesso osservati dalla stragrande maggioranza della popolazione con espressione incerta e chiamati “strani” – che poi si definisca il concetto di stranezza, please.

Antonio Fenuccio, titolare del negozio di animali esotici Piccole Prede a Cagliari, ci apre le porte del suo regno per spiegarci appieno tutti i segreti di quella che è una passione in crescita tra le persone d’ogni dove.

«Negli ultimi anni la tendenza ad acquistare animali esotici che andassero oltre pitoni e iguane ha preso piede, accogliendo altri generi meno conosciuti, come vari tipi di geco» spiega Fenuccio. «Tra i più quotati sicuramente ci sono gli eublepharis macularius, conosciuti con il nome di geco leopardino, dall’aspetto molto simpatico e di svariate tonalità di colori. Tra gli anfibi più ricercati e curiosi abbiamo gli ambystoma mexicanum o più comunemente axolotl, salamandre molto particolari in grado di rigenerare arti e in grado di riprodursi pur essendo neotenici, per continuare con vari tipi di artropodi molto richiesti tra cui mantidi, insetti stecco, millepiedi, isopodi – i nostri spazzini del mondo –, centipedi, blatte, lumache giganti e tanti altri animali non convenzionali.»

Sì, insomma, nel suo angolo di mondo si trova un pochino di tutto e per gli appassionati di terraristica e acquariologia è un vero paradiso. Fenuccio, nel suo piccolo, prova a far conoscere i suoi animali nell’Isola tramite i social e partecipando a fiere ed eventi vari.

«Vengono accolti con stupore e curiosità.»

Be’, è dura sradicare convinzioni e paure – ad esempio per gechi e serpenti o per gli insetti come blatte, cavallette, grilli e larve – radicate da anni nella società ma ammette che, con il tempo e le informazioni giuste, si può cambiare idea: «Spesso proprio chi non ne vuole sapere si ritrova a dover allevare questi animali acquistati magari dal figlio o dai rispettivi compagni e a preoccuparsi più degli stessi proprietari del loro stato di salute e mantenimento. Soprattutto le mamme, cuore di mamma,» scherza «si preoccupano che mangino regolarmente, esattamente come fanno con i figli, e si ritrovano a dover comprare e gestire gli insetti da pasto con quell’aria di terrore che piano piano devono superare per il bene del nuovo membro della famiglia.»

I social e lo scintillante mondo del web dà una grossa mano alla conoscenza di queste specie, continua il cagliaritano: scoprire come gestire al meglio un animale esotico è semplice, in questi tempi 2.0.

Anche perché – regola tassativa – non ci si può improvvisare, pena la morte e la sofferenza di un essere vivente.

«La gestione di questi animali necessita comunque di una conoscenza approfondita dei loro parametri ambientali e delle loro abitudini» specifica infatti Fenuccio. «Si cercherà di avvicinarsi il più possibile alle loro esigenze con l’utilizzo di attrezzature adeguate alla varie specie, lampade UVB in grado di simulare le radiazioni solari, tappetini riscaldanti, nebulizzatori etc. L’obiettivo è cercare di far stare l’animale nel migliore dei modi, da qui la tendenza alla creazione di terrari bioattivi, ove possibile.»

Insomma, una casa che sia per gli esotici quanto più vicina alla realtà, seppur con la mancanza dei pericoli che in natura correrebbero.

«Noto con piacere che i ragazzi dai 7-8 anni in su si avvicinano agli animali con dedizione, cercando informazioni in rete sulla loro gestione, oppure – ancora meglio – comprando un libro.»

Ma, ahimè, c’è il rovescio della medaglia: «Qualcuno utilizza questi animali come trofei da mostrare ad amici e non, come se avere un rettile o qualsivoglia animale non convenzionale desse un attributo in più al suo proprietario.»

O anche l’allevamento sconsiderato. Non basta avere due gechi o due serpenti, ci spiega l’esperto, per potersi ritenere “allevatore”: in questo modo improvvisato non solo si rischia di combinare un mucchio di guai, ma anche di sminuire il lavoro di professionisti che si dedicano a questo da anni e anni – in certi casi persino decenni.

«La proposta di legge includeva troppe restrizioni per poter essere messa in vigore ma è stata però utile nel far venire alla luce gli ormai innumerevoli appassionati di animali esotici che si sono organizzati, insieme ad associazioni già presenti nel settore, per esprimere tramite raccolte firme o nei vari social il loro dissenso» dice a proposito della proposta di legge che ha fatto tremare tutti gli amanti di esotici. «Si è riuscito a trarre da una situazione apparentemente negativa un qualcosa di positivo.»

Ci saranno restrizioni, è vero, ma ancora non si sa esattamente nulla di preciso sulla questione: «Penso sia giusto che chi si dedica all’allevamento di qualsiasi specie lo faccia seguendo delle regole di detenzione e cessione,» aggiunge, categorico «tenendo un registro degli animali nati, così come fanno tanti allevatori già adesso per le specie in CITES.»

Le regole d’oro? Due.

Informarsi a mille sulle necessità dell’animale che deteniamo e rispettarlo nelle sue esigenze di tranquillità.

«Nel caso della maggior parte di rettili, anfibi o artropodi dovremmo evitare di stressare l’animale in continuazione aprendo il suo terrario, cercare di prenderlo per le varie foto o per controllarlo tutti i giorni nel dettaglio. La manipolazione e la nostra presenza dovrà limitarsi all’indispensabile, quindi pulizia del terrario e somministrazione di cibo e acqua. L’essere continuamente manipolato e catturato dal suo habitat potrebbe in alcuni casi stressare l’animale e non farlo sentire al sicuro in quello che per lui è uno spazio vitale. Noi dovremmo essere semplicemente spettatori del suo stile di vita, avere la soddisfazione di farlo crescere bene e in salute. Paragonerei tutto ciò con il piacere di avere un acquario: non possiamo coccolare o stressare in continuazione i nostri pesci, possiamo però ammirare i loro colori e il loro comportamento. Addirittura» aggiunge, con un sorriso «interagire con loro, anche se in genere è solo opportunismo perché i pesci memorizzano soprattutto il momento del cibo… ma ci accontentiamo anche di questo!»

Non sono un gadget, un trofeo, ma animali vivi e sono i proprietari a doversi assumere la responsabilità della loro salute: Fenuccio è perentorio.

«Cerco di svolgere il mio lavoro nel miglior modo possibile, spiego a tutti i miei clienti quali sono i pro e i contro dell’acquisto dei vari animali e quali chiaramente sono le loro effettive esigenze in modo da dare ad ognuno una visione più consapevole dell’impegno a cui andranno incontro per avere un’esperienza positiva nella detenzione, senza sorprese.»

Ma cosa vuol dire gestire un negozio di animali oggi? «C’è tanto lavoro, ma è quello che ci piace fare. Si resta affascinati dalle diversità di specie, dai loro colori e del loro comportamento, ognuno ha delle particolarità da cui noi poi cerchiamo di carpire i segreti per usarli a nostro vantaggio. Abbiamo tantissimo da imparare dalla natura, motivo per cui dovremmo rispettarla!»

E tempo libero? Be’, non si hanno certo orari d’ufficio.

«Non ho chiaramente giorni liberi o orari precisi, si deve essere presenti sempre, si dà il cibo a tutti, si controllano i vari strumenti come riscaldatori, lampade, filtri, gabbie, acquari e così via: in questo modo passano circa due ore alle quali non puoi mancare mai, neanche a Natale, Capodanno e tutte le altre feste» conclude. «In più si deve essere presenti anche per i clienti perché per loro sei un punto di riferimento… per me sono ormai amici che condividono la mia passione quindi, dove possibile, cerco di aiutarli, capendo l’apprensione per la nuova esperienza. Tutto questo sacrificio viene ripagato dai complimenti ricevuti, dai vari feedback e da chi mi rende partecipe, con foto e racconti, della crescita del loro nuovo amico.»

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi