La Procura di Cagliari indaga ancora una volta sulle forniture anticovid acquistate dalla Regione Sardegna durante la pandemia.

Si tratta – come riporta Ansa Sardegna – del secondo filone di indagine relativo a i dispositivi di protezione acquistati dalla società romano-calabrese Delmar Hospital srl, di proprietà di Renato De Martin.  A suo carico era già stata contestata all’imprenditore la fornitura di 4 milioni di mascherine acquistate dalla Regione Sardegna. La loro non conformità aveva portato all’arresto e alla detenzione ai domiciliari. De Martin fu poi scarcerato con l’annullamento della misura cautelare su richiesta degli avvocati.

Ora la Procura del capoluogo indaga sulla fornitura di camici e tute destinati agli ospedali sardi che sarebbero risultati non conformi agli standard previsti e richiesti dalla Regione Sardegna. L’ipotesi di frode riguarda 714.365 mila euro di materiale. Nei confronti della Delmar Hospital Srl è scattato il sequestro dei conti pari a questo importo.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

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Nella giornata del 30 ottobre, nel corso di un’attività di controllo del territorio, i Carabinieri della Squadriglia di Arzana e della Stazione di Villagrande Strisaili hanno individuato una piantagione di cannabis illegale sita in agro di Villagrande Strisaili.

La piantagione di 70 piante di circa 2,5 mt era in fase di maturazione e pronta per la raccolta; questa, disposta su due filari, era irrigata con un impianto a goccia le cui tubazioni provenivano da una presa abusiva collegata ad un pozzetto del consorzio di Bonifica dell’Ogliastra situato nelle vicinanze.

Il materiale su disposizione dell’Autorità Giudiziaria è stato distrutto sul posto.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

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Quando la cucina può conquistare il mondo e farlo nel migliore dei modi. E se il marchio è quello sardo, va ancora meglio. Dall’Ogliastra alla Sardegna, un’infinità di chilometri e distanze sino nuovissimo fra i continenti. E in Australia Sonia Mulas, 52enne di Loceri, conquista gli australiani con i migliori piatti della tradizione di Sardegna.

Dai malloredus ai culurgionis, passando per is pardulas e le ciambelle sarde. “Peccato, non posso fare le sebadas, dato che mi manca la materia prima, su casu de matula, così come il latte di pecora. Per il resto, me la cavo”, il modesto commento di Sonia, che sin da giovane ha messo cuore e impegno per imparare la cucina della nostra terra.

Da settembre 2005 Sonia e suo marito Antonio sono un pezzo di Sardegna agli antipodi. Prima nella capitale australiana, Sydney, poi a Moree. E se si pensa che all’inizio Sonia non aveva grande esperienza ai fornelli, la soddisfazione è certamente maggiore. “Ho imparato grazia all’aiuto di mio marito e mia suocera, insieme a quello di mia madre che, non vedente, sin da quando ero ragazzina mi ha insegnato a fare is culurgionis”. Tanta fatica per Sonia, per imparare a padroneggiare quell’arte, tutta fatta a mano. Un percorso lungo anni, fatto di errori e numerosi tentativi. Poi, anni dopo, la grande soddisfazione. “Non mi sono mai arresa. Cercavo di ricordare il più possibile le mani di mia madre mentre li lavorava. Nel 2016, dopo vari tentativi, ecco che sono riuscita a chiudere is culurgionis, senza farli aprire. Ce l’avevo fatta e inevitabilmente ho pianto”. E ancora oggi da Sonia il pensiero va sempre alla sua prima maestra, morta mesi dopo la sua partenza per l’Australia: ogni piatto è dedicato a lei.

E le specialità sarde e pure italiane, come la pasta al forno e i cannelloni, sono davvero tante. Sonia prepara ogni cosa usando ingredienti genuini e originali, con coraggio e passione. “Tre anni fa ci siamo trasferiti a Moree. Dopo un incidente avuto da mio marito, ho deciso di prendere coraggio e mettermi ai fornelli. Volevo far conoscere la nostra Sardegna anche qui e ho conquistato i palati delle persone con is malloredus e is culurgionis. Ma non solo. Perché, insieme ai nostri piatti, spieghiamo ai clienti anche la nostra cultura, con documentari sui nuraghi e is domus de janas, ad esempio”.

La nostra Isola arrivata lontano, grazie alla cucina. E insieme a essa, anche la cultura dei sardi. Le massaie al lavoro, la Sartiglia, la bandiera dei Quattro Mori e il nostro mare: tutto il bello della Sardegna, Sonia lo ha fatto conoscere agli australiani.

“Persino gli aborigeni sono riuscita a conquistare con nostri piatti. Da poco ho aperto un take away e tra i piatti ho inserito i ravioli ricotta spinaci. Mai avrei immaginato di ottenere questi risultati e le persone sono entusiaste di sentire i nostri racconti. Sono fiera di essere sarda e portare alto il nome dell’Isola facendomi conoscere”.

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Fonte: Ogliastra News Gianmarco Cossu

Nella giornata di ieri si sono svolti i funerali del giovane rapper quartese Nicola Micheli, tragicamente scomparso in ospedale al Policlinico di Monserrato a seguito del terribile incidente stradale sulla strada provinciale 17 di Fulmini.

I genitori nonostante lo straziante dolore, sono stati capaci di un grande gesto di altruismo, autorizzando l’espianto degli organi dal corpo del figlio, dopo che i medici ne avevano stabilito la morte cerebrale.

Oggi in un messaggio sui social, ha scritto il padre Adriano: “È dura realizzare la morte di Nicola, ma con Claudia dobbiamo andare avanti.

Dobbiamo essere fieri della Nostra famiglia, della vicinanza dei parenti, del cordoglio di tante persone alle quali non finiremmo mai di ringraziare.

Dobbiamo essere pure fieri e ringraziare tutto il reparto di Terapia intensiva del policlinico di Monserrato che oltre a prodigarsi nel cercare di salvare Nicola si sono stretti a Noi con tanta umanità.

Il dolore nel nostro cuore rimarrà per sempre, ma la gioia di non aver avuto dubbi nel donare gli organi e di sapere che cinque persone avranno una vita più serena ci dà la forza per rendere più semplice il nuovo cammino che ci attende da Oggi. Ciao Nicola. Grazie”

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

A Ilbono i ragazzi di Ogliastra Informa hanno addobbato la casa di Famiglie Informa per Halloween .

 

«Abbiamo sempre decorato gli spazi della nostra associazione ma quest’anno, il progetto di vita indipendente ci da la possibilità di addobbare uno spazio condiviso con tutta la comunità» spiegano i membri dell’associazione.

 

«Questo – tra le tante cose – ci ha spinti a impegnarci ancora di più per regalare a tutta la comunità un altro angolo pauroso ma soprattutto… divertente. Voi siete passati davanti casa? Avete visto qualcosa?».

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Singolare intervento della squadra dei Vigili del Fuoco di Tortoli poco prima delle 12:00.

Il servizio sanitario ASL di Lanusei ha chiesto l’intervento urgente per il soccorso di una persona affetta da COVID -19 che non rispondeva al personale sanitario in visita medica presso la propria abitazione.

La squadra dei Vigili del Fuoco di Tortolì ha avviato le procedure di contenimento all’esposizione COVID-19 per gli operatori procedendo alla vestizione autoprotettiva prevista dai protocolli sanitari.

Sul posto, intervenuti anche i Carabinieri di Tortolì che hanno avviato una ricerca della persona fra conoscenti e parenti. Dopo pochi frangenti la persona è stata rintracciata a casa di parenti.

Sul posto intervenuta anche una ambulanza medicalizzata 118 di Lanusei.

Gli ulteriori sviluppi della vicenda sono stati seguiti dai Carabinieri intervenuti e dal personale sanitario USCA.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Il 31 ottobre 1988 viene liberato nelle campagne di Badde Salighes l’imprenditore romano Giulio De Angelis, rapito dall’Anonima sequestri 142 giorni prima.

Una detenzione lunga, sofferta, seguita con trepidazione dalla stampa e dal pubblico, che costò a De Angelis anche il taglio di un orecchio, mozzato ed esibito a riprova dell’avvenuto rapimento.

Il costruttore era stato rapito il 12 giugno dalla sua villa a Porto Cervo, e condotto da un commando composto da quattro uomini – secondo dinamiche tipiche delle operazioni condotte dall’Anonima sarda – in una caverna sita probabilmente a poca distanza dal luogo del rilascio. Per la chiusura dell’accordo – mediato da un avvocato e, si disse, da un noto esponente del banditismo sardo – ci si accordò su un riscatto record: i rapitori ottennero tre miliardi e 200 milioni di lire, che vennero pagati in contante.

Nella stessa estate del rapimento, a poca distanza dalla villa del costruttore romano – nella vicina Porto Rotondo – era già stato tentato il rapimento della contessa Marta Marzotto. Il nome dei De Angelis era già finito negli articoli di cronaca pochi anni prima, quando il figlio dell’imprenditore – Elio De Angelis, pilota della Formula Uno – era rimasto ucciso in un incidente mentre si trovava a bordo della sua monoposto, durante una sessione di prove sul circuito Paul Ricard, in Francia.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Un arresto cardiaco ha portato via troppo presto uno degli uomini più stimati della comunità jerzese, il professore e scrittore Gianfranco Loi.

Insegnante di matematica e fisica da alcuni anni in pensione e autore di vari volumi dedicati alla storia sarda, è mancato oggi all’affetto della moglie – anche lei stimata professoressa – e dei tre figli.

«Un evento improvviso che ha scosso tutti, una grande perdita» commentano i suoi ex alunni.

Numerose sui social le manifestazioni di affetto e di dolore.

Riportiamo volentieri alcune delle bellissime parole dell’amico Antonio Serra: «La vita dell’uomo é segnata dal dolore, mitigato da attimi fuggenti di felicità. E il dolore diventa struggente assenza e vuoto incolmabile quando ci lascia un amico fraterno che da sempre si è avuto vicino, unito dall’amicizia, dall’impegno sociale e politico. Gianfranco non c’è più. È avvenuto l’impossibile che diventa indicibile angoscia. Se ne è andato tradito da un cuore che lo sosteneva con forza nella sua attività fisica di cui andava orgoglioso: delle sue passeggiare sotto Porcu ‘e Ludu, delle nuotate a Museddu. Si è fermato il cuore generoso che gli dettava iniziative sociali, racconti, libri. E il suo battito che è cessato quasi all’improvviso, precipita la sua famiglia, i suoi amici, il suo paese amato nello sgomento».

 

 

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Condannato da una maledizione a trasformarsi, nelle notti di luna piena, in un ferocissimo lupo e a vagare nella foresta assetato di sangue. Poi, magicamente, all’alba il ritorno alla forma umana. Nella mitologia e nella letteratura il lupo mannaro è un componente tipico tanto caro agli amanti dell’horror. E nella narrativa, così come nella cinematografia, altri elementi sono stati aggiunti alla tradizione popolare, come l’arma d’argento, ad esempio, necessaria all’uccisione della bestia, o il contagio di altre persone mediante il morso.

Pochi sanno, però, che la licantropia ha una sua caratterizzazione sarda e cagliaritana. Come riportato da Francesco Alziator ne “La città del sole”, questa è chiamata su mali ‘e su vitellu. La sostituzione del lupo con il più comune vitello è data ovviamente dal fatto che il primo non sia presente in Sardegna, se non in epoche lontanissime, e che comunque non rientri nell’immaginario collettivo.

Tuttavia, è interessante notare come il comportamento del vitello della versione sarda della licantropia si comporti allo stesso modo del lupo mannaro. La persona maledetta infatti sembra essere affetto da un’infermità decennale, che lo porta a trasformarsi nottetempo e correre muggendo per le vie deserte. La riacquisizione della forma umana avviene solo con l’immersione nell’acqua di una vasca. Pare, sempre secondo la tradizione sarda, ci sia anche la componente dell’arma, necessaria per ferire l’homo vitellus al collo.

Ancora più specificatamente, nella tradizione barbaricina, la tradizione ha conservato la leggenda de su Erchitu. Anche in questo caso si tratta di una maledizione che colpisce colui che si è macchiato di grave colpa. Indubbiamente, a saltare subito all’occhio è la questione legata alla giustizia divina, sostitutiva di quella umana.

Il condannato durante le notti di luna piena si trasforma in un bue bianco con corna in acciaio e vaga per le vie del paese seguito dai diavoli dell’inferno. Rispetto alla versione de su mali ‘e su vitellu, quella de su Erchitu presenta una componente più terrifica. Sembra infatti che il bove scelga una casa del paese e davanti a essa emetta tre muggiti: il padrone dell’abitazione è condannato così a morire entro l’anno.

Più vicina alla comune licantropia è la riacquisizione della forma umana da parte del bue barbaricino: l’Erchitu infatti ritornerebbe uomo all’alba. Tuttavia, alcune versioni raccontano della necessità di rotolarsi davanti a una chiesa o a un cimitero. E ancora, sempre a confronto con la licantropia comune, il taglio delle corna d’acciaio determinerebbe la guarigione dell’uomo bue.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

Un centinaio di persone, del gruppo “Ogliastra Ribelle” si sono date appuntamento di fronte al teatro San Francesco in piazza Fra Locci a Tortolì, per poi marciare verso il piazzale multipiano del centro cittadino.

Il movimento spontaneo è nato a causa del  malcontento dopo l’entrata in vigore lo scorso 15 ottobre del Green pass obbligatorio per poter lavorare.

A gran voce i manifestanti hanno chiesto la libertà di scelta sulla propria salute e il diritto al lavoro senza il “ricatto” del Preen pass.

“No sperimentazione”, “no ricatti per lavorare”, ” mio figlio non è una cavia” ecco gli slogan sui manifesti dei partecipanti che sono poi confluiti nel piazzale multipiano per continuare il comizio.

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Fonte: Ogliastra News Alessandra Useli